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future of robotics
Robotica e automazione: paradigmi e modelli trasformativi per le PMI italiane
Le nuove sfide nel settore manifatturiero impongono l’adozione di tecnologie adatte a rispondere alla sempre maggiore domanda di flessibilità, produttività e sostenibilità. In tal senso la robotica rappresenta sempre più una risposta convincente anche per le PMI, come dimostrano le conclusioni di un evento ospitato da ABB.
La quarta rivoluzione industriale ci ha insegnato come ottenere il massimo nel settore manifatturiero attraverso l’utilizzo delle tecnologie più disparate. Ciò ha messo in evidenza la sempre maggiore importanza dell’efficienza e della sostenibilità, intese come utilizzo ideale delle risorse (energia, materie prime e manodopera) al fine di ottenere di più e meglio con meno.Buona parte dei successi è legato all’automazione, capace di assicurare un importante vantaggio competitivo rispetto al passato.Oggi questo paradigma viene declinato al fine di rispondere anche a nuove esigenze, come la mass customization, il reshoring e la resilienza delle filiere.Il tema è di estrema importanza, in particolare in questo specifico momento storico. Per questo The European House – Ambrosetti ha organizzato, in collaborazione con ABB e all’interno dell’ABB Robotics Technology Center di Vittuone (MI), l’Innovation Meeting dal titolo “Robotica e automazione: paradigmi e modelli trasformativi per le PMI italiane”.
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Opportunità e sfide
È importante sottolineare sin da subito come l’Italia, per il particolare tessuto economico e imprenditoriale, faccia storia a sé rispetto a gran parte degli altri paesi europei e mondiali.
Le piccole e medie imprese rappresentano infatti la stragrande maggioranza delle realtà produttive: aziende con poche decine di dipendenti (talvolta addirittura con poche unità, come nel caso delle micro imprese) competono sui mercati internazionali grazie alla propria flessibilità e alla capacità di offrire soluzioni su misura per i clienti.
Tutto ciò ha però un costo misurabile non solo in termini economici, ma anche di capacità di risposta nei confronti di mercati sempre più complessi. Per questo l’automazione rappresenta una scelta vincente per molte imprese, che si interessano sempre più alle soluzioni robotiche in quanto rappresentanti di punta di una automazione sia flessibile, sia produttiva. Con particolare riferimento ai più recenti robot collaborativi: i cobot.
“Rispetto a quanto disponibile un decennio fa, le soluzioni collaborative hanno esteso le applicazioni robotizzate all’interno di aziende di qualsiasi dimensione. – ha spiegato Leonardo Leani, Local Division Manager Robotics Italia di ABB – Abbiamo assistito a una vera e propria trasformazione del paradigma dei sistemi produttivi, la robotica si è affermata come soluzione flessibile e versatile per ottenere qualità, produttività e versatilità. Più di recente, inoltre, i cobot si sono dimostrati adatti nel soddisfare le richieste delle piccole e persino micro imprese: oggi non esistono più limiti tecnologici o economici per investire nei robot”.
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I cobot si sono dimostrati adatti nel soddisfare le richieste delle piccole e persino micro imprese
I numeri relativi alla diffusione dei robot sono già ora interessanti: secondo i dati raccolti dall’International Federation of Robotics (IFR), in Italia ogni 10.000 addetti nell’industria sono operativi in media 224 robot, a conferma della propensione delle PMI a investire in tal senso.
Un tema apparentemente irrilevante in questo contesto, ma che, come vedremo, sta avendo già oggi un impatto significativo sul mercato e sul ruolo dell’automazione, è quello della costante crescita dell’età media della popolazione.
“Stime recenti posizionano a cavallo tra il 2030 e il 2040 il “punto di rottura” dei sistemi pensionistici e del welfare a causa dell’invecchiamento della popolazione e dell’insufficiente disponibilità di “nuove braccia”. – ha confermato Andrea Pagnin, Head of Innovation & Development Office dell’Istituto Italiano di Tecnologia – Da un lato sarà necessario avere strutture e tecnologie utili per gestire la lungodegenza di una quota considerevole della popolazione, mentre dall’altro non avremo abbastanza “mani” per lavorare. L’automazione in generale, e i robot più nello specifico, saranno perciò indispensabili”.
È anche un tema economico non più trascurabile: recenti calcoli indicano come nel 2030 la carenza di manodopera (20 milioni in Germania, 40 in Brasile, 24 in Cina ecc.) costerà globalmente una cifra prossima ai 10.000 miliardi di dollari di mancata produzione.
“Per questo all’Istituto Italiano di Tecnologia stiamo affrontando il tema della robotica sotto molti aspetti, tecnologici ma anche sociali. – ha aggiunto Pagnin – Ogni problema risolto pone nuove sfide, come la necessità di sviluppare algoritmi sempre più efficaci ma anche efficienti. Tra i diversi cantieri aperti, mi preme citare il progetto Hannes che vede, in partnership con Inail, la creazione di una mano robotizzata destinata a ripristinare parte delle capacità di persone che hanno subito una amputazione, al fine di riguadagnare buona parte della propria autonomia”.
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All’Istituto Italiano di Tecnologia stiamo affrontando il tema della robotica sotto molti aspetti, tecnologici ma anche sociali
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Il valore dei robot
Ma qual è, all’atto pratico, il valore strategico dell’automazione e della robotizzazione?A questa domanda hanno risposto alcuni ospiti presenti durante l’incontro, ciascuno con la propria attività e visione in merito.
Come Marco Grilli, Amministratore Unico di OMAS, una carpenteria che lavora per conto terzi e che ha saputo trarre grande beneficio dall’impiego dei robot in officina.
“Su circa 160 dipendenti, possiamo vantare la presenza di 46 robot impegnati in particolare in attività di saldatura. – ha spiegato Grilli – Ben al di sopra, quindi, della media indicata dall’IFR. Il motivo è semplice: ci permettono di essere flessibili nelle lavorazioni e veloci nei cambi di produzione. Poiché con il nostro lavoro riforniamo anche le catene di montaggio di grandi clienti multinazionali, questo si rivela fondamentale per massimizzare la competitività dell’azienda”.
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Su circa 160 dipendenti, possiamo vantare la presenza di 46 robot impegnati in particolare in attività di saldatura.
Ci sono anche altre realtà che vantano una simile esperienza nell’utilizzo dei robot. Un esempio arriva da Brimind, una realtà che progetta e realizza sensori industriali.
“Ho iniziato a utilizzare i robot negli anni ‘80. – ha spiegato Leonardo Leo, CEO dell’azienda – La globalizzazione mi ha portato a percorrere anche strade diverse, provando a fare a meno del supporto dei robot, ma sono tornato subito sui miei passi. Sono convinto infatti che si tratti di una risorsa imprescindibile per noi imprenditori: sono flessibili sia nell’utilizzo pratico, sia nel loro reimpiego una volta terminata una produzione. Se poi penso ai costi, con tempi di ammortamento che ormai si sono ridotti a circa 2 anni, davvero non vedo motivi validi per non prenderli in considerazione”.
Non si può poi parlare di robotica senza citare connettività e cloud.
“Abbiamo visto quanto siano importanti i robot e, per questo motivo, come sia essenziale che lavorino sempre e nelle migliori condizioni possibili. – ha spiegato Roberto Filipelli, Direttore della Divisione Cloud & Enterprise di Microsoft Italia – La capacità di elaborare i dati generati in fabbrica per trasformarli in informazioni utili è già oggi un valore aggiunto irrinunciabile, e lo sarà sempre più in futuro. Il prossimo step sarà creare algoritmi che consentano di ottimizzare al meglio non solo la produzione, ma anche l’utilizzo di energia. Solo così si otterranno processi davvero efficienti e sostenibili”.
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Non si può poi parlare di robotica senza citare connettività e cloud.
E poiché non c’è hardware senza software, è cruciale disporre di applicativi capaci di trarre il massimo beneficio dall’automazione più spinta.
“In Oncode ci occupiamo di sviluppo software e di digitalizzazione industriale. – ha confermato Alessandro Rossignoli, Managing Partner dell’azienda – Abbiamo la fortuna e l’onere di raccogliere le sfide legate allo sviluppo di sistemi di automazione per giungere fino alla vera digitalizzazione di fabbrica. Oggi molte barriere tecnologiche sono cadute, l’edge e il cloud computing aprono scenari impensabili solo pochi anni fa non solo sul fronte dell’automatizzazione e dell’efficientamento, ma anche nella creazione del valore aggiunto nel processo. Il denominatore comune sono i dati: chi saprà “mettere a terra” queste strategie non semplicemente a livello di singola macchina, ma di intero processo tecnologico, avrà in tasca uno strumento straordinario”.
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Intelligenza diffusa
Siamo abituati a pensare a macchine e sistemi intelligenti come a elementi nei quali è presente una unità centrale di elaborazione (il “pensiero”) e agli attuatori in grado di mettere in pratica una specifica azione. Il futuro potrebbe presentare delle sorprese da questo punto di vista.
“Stiamo facendo degli studi sui polpi, che dispongono di una intelligenza diffusa su tutto il corpo. – ha confermato Andrea Pagnin introducendo il tema – Riescono infatti a controllare le ventose in maniera singola e precisa. Immaginiamo così anche il futuro dei robot, dotati sia di una intelligenza generale, ma anche di una intelligenza diffusa e connessa alla loro forma. Questo cambierà completamente il modo in cui l’automazione viene percepita, perché se fino a oggi la tendenza era quella di mettere l’uomo al di fuori del processo limitandone l’attività a quella di semplice controllore, in questo modo diventa l’elemento centrale della vera Industria 4.0 e potrà essere parte integrante di un sistema più complesso, ovviamente in condizione di totale sicurezza”.
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Stiamo facendo degli studi sui polpi, che dispongono di una intelligenza diffusa su tutto il corpo.
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Gli strumenti per le PMI
Da quanto detto risulta evidente come la robotica rappresenti la risposta a molte domande attuali e anche a buona parte di quelle future. Implementarla non è complesso, ma occorre fare breccia in un tessuto industriale particolare, fatto di imprese spesso molto piccole.Gli esempi di successo non mancano, e possono essere di ispirazione per chi ancora oggi non sa come affrontare questo importante passo.
“Per sfruttare al massimo le potenzialità dei nostri impianti abbiamo investito molto sulla parte software. – ha aggiunto a tal proposito Marco Grilli di OMAS – Possiamo forse essere considerati una anomalia nel mondo delle carpenterie, ma abbiamo un ufficio programmazione che ci consente di inviare in officina programmi e cicli di lavoro già pronti, evitando così tempi morti o fermi improduttivi. Con il software RobotStudio di ABB affrontiamo fuori linea tutte le possibili criticità; ci è utile anche per eseguire simulazioni o per aiutarci in fase di preventivazione. Non ultimo, ci consente di attrarre i giovani, che vedono nella nostra azienda una realtà dinamica, moderna e stimolante”.
Il controllo qualità è un altro ambito nel quale la robotica sta dando un forte contributo alle imprese, in particolare con l’avvento dei cobot, capaci di lavorare fianco a fianco con gli operatori senza rischi per la sicurezza.
“In Brimind abbiamo realizzato stazioni di lavoro che risultano concettualmente più semplici, libere da ingombranti e costose protezioni. – ha assicurato il CEO Leonardo Leo – Lasciamo ai robot i compiti più pesanti o ripetitivi, mentre gli operatori si occupano di attività a maggiore valore aggiunto”.
A seguito dell’ingresso dell’automazione più spinta – robot in primis – nelle aziende italiane, abbiamo assistito alla proliferazione di realtà dedite allo sviluppo di software. Alcune di esse addirittura all’interno degli utilizzatori finali, a riprova del fatto che si tratti di un tema chiave oggi e per il futuro del manifatturiero. È uno dei punti di forza delle PMI: estremamente concrete nell’approccio e dirette nelle richieste.
Ciò però richiede figure professionali nuove, capaci di lavorare con i dati al fine di ottenere i benefici ricercati. Il cerchio al momento purtroppo fatica a chiudersi, proprio a causa della difficoltà nel reperire tecnici e professionisti.
“Già oggi nel 40% dei casi si fatica a reperire personale tecnico. Addirittura la percentuale sale al 60% per figure iperspecializzate come i saldatori, e la situazione è destinata a peggiorare già nell’immediato futuro. – ha concluso Leani di ABB – A maggior ragione, quindi, la robotica sarà di aiuto in questo senso e permetterà di sostenere lo sviluppo delle imprese negli anni a venire”.