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Quando la sostenibilità è a tuttotondo

Una gestione efficace e sicura dei processi industriali non può prescindere dalla sostenibilità. La mission del business Process Automation di ABB è proprio quella di proporre soluzioni per le industrie di processo e ibride che permettano una gestione il più possibile efficiente, sicura e sostenibile per le persone e per l’ambiente. Si colloca all’interno di questo business la divisione Measurement & Analytics, che offre soluzioni di misura tecnologicamente avanzate, certificate in base a standard internazionali, per la misura, l’analisi e il controllo di processo, e per il monitoraggio delle emissioni, nel pieno rispetto dei processi produttivi e delle più severe normative ambientali.

Mariafrancesca Madrigrano

Stefano Pizzetti

ABB Measurement & Analytics vanta più di cento anni di esperienza nelle soluzioni di misura di pressioni, portate, livelli, forze ed è centro di eccellenza per i trasmettitori di pressione, per i quali dispone di un sito produttivo e di un centro di ricerca a Tremezzina, Località Ossuccio, sul Lago di Como (CO). Da questo stabilimento sono esportati in tutto il mondo, ogni anno, decine di migliaia di trasmettitori e trasduttori di pressione. Proprio la fabbrica di Ossuccio, nell’ultimo periodo, si è resa protagonista di una serie di iniziative legate alla sostenibilità a 360 gradi, importanti per l’azienda stessa, per le persone ma anche per il territorio in cui è collocata. ABB, per esempio, ha donato un’ambulanza alla Croce Rossa di Menaggio, ha sponsorizzato un mezzo per disabili e ha accolto alcuni studenti per degli stage legati al miglioramento dell’automazione di processo. Si inserisce nelle attività rivolte alla sostenibilità anche l’interessante progetto “Think outside the box”, avviato a fine 2020 e implementato nel 2021: grazie a una serie di interventi, come la sostituzione della schiuma in poliuretano espanso con rotoli di carta piegata, si è riusciti a ridurre le emissioni di CO2 e a eliminare l’utilizzo di sostanze pericolose per le persone e per l’ambiente. Per parlarci nel dettaglio di queste iniziative, lasciamo la parola a Mariafrancesca Madrigrano, direttore della fabbrica di Ossuccio, e a Stefano Pizzetti, direttore Operations.

Ing. Madrigrano, potrebbe “scattarci” una fotografia del sito produttivo di Tremezzina?Mariafrancesca Madrigrano
Quella di Ossuccio è una fabbrica storica, è il luogo dove sono nate le “pressioni ABB”. È stata creata grazie a un’intuizione dell’ingegner Tieghi, che in un primo momento aprì la fabbrica a Milano per poi spostarla sul Lago di Como a Tremezzina, tra Ossuccio e Lenno, per proteggerla dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Negli anni 90 occupava più di 600 persone, oggi circa 250 ma rappresenta tuttora una realtà produttiva molto importante: in 70 anni si è creato un legame indissolubile con il territorio nel quale è collocata, non solo in termini di posti di lavoro ma anche per le relazioni con i fornitori locali e la popolazione. La fabbrica di ABB è un punto di riferimento per la produzione ma anche nel ruolo di azienda innovatrice, in rappresentanza della casa madre, con metodologie e pratiche legate all’innovazione e alla sostenibilità che si riflettono nell’organizzazione aziendale e sul territorio. Come tutte le realtà ABB, dunque, perseguiamo la Sustainability Strategy 2030 e i valori dell’azienda, creando lavoro in un contesto di equilibrio.


La fabbrica di ABB è un punto di riferimento per la produzione ma anche nel ruolo di azienda innovatrice, in rappresentanza della casa madre.

Ed è proprio in questo contesto che si collocano le diverse iniziative di sostenibilità che avete messo in pratica, corretto?Mariafrancesca Madrigrano
Esattamente. Da molti anni siamo partner di cooperative sociali che ci forniscono dei servizi e molti nostri dipendenti prestano servizio a loro volta in associazioni no-profit. Inoltre, durante l’emergenza legata alla pandemia da Covid 19 abbiamo donato un’ambulanza alla Croce Rossa di Menaggio e di recente abbiamo sponsorizzato un mezzo per il trasporto disabili dell’Azienda Sociale Centro Lario e Valli. Sul fronte della sostenibilità a 360°, non posso non citare il progetto “Think outside the box”: la nostra società si è preoccupata di rendere il proprio prodotto più sostenibile non solo a livello di packaging ma anche in termini di riduzione delle emissioni inquinanti. Qui a Tremezzina lavoriamo in concreto a progetti che possano restituirci un’energia green, dall’installazione dei pannelli fotovoltaici all’introduzione di sistemi di bilanciamento energetico per ridurre il consumo di energia. È un percorso connesso a 360° con il territorio che ci ospita, con l’azienda e con i dipendenti stessi, che sono al centro degli obiettivi economico-finanziari che ci poniamo come Gruppo.


Abbiamo donato un’ambulanza alla Croce Rossa di Menaggio e sponsorizzato un mezzo per il trasporto disabili.

Come si è collocato “Think outside the box” all’interno di questo percorso verso la sostenibilità?
Stefano Pizzetti
Il nostro stabilimento, nel corso degli anni, ha seguito un percorso di ottimizzazione di risorse, metodi e materiali. In un’ottica fortemente orientata alla promozione di una strategia eco-compatibile, abbiamo cercato di capire come era possibile migliorarla ulteriormente. Ci siamo accorti che poteva essere perfezionato il nostro impatto nei confronti del cliente, dal punto di vista della sostenibilità e della riusabilità ma anche della customer satisfaction. Sul fronte dell’imballaggio dei prodotti, dunque, siamo passati da una tecnologia un po’ datata, che prevedeva l’utilizzo di due sostanze chimiche per la generazione del poliuretano espanso, materiale inquinante e monouso, alla carta. Il poliuretano espanso si adatta bene intorno al nostro prodotto ma ha una caratteristica di resistenza all’impatto limitata a un primo urto dopodiché tende a sfaldarsi. Grazie a una proficua collaborazione con un nostro fornitore, siamo così passati dalla schiuma chimica da imballaggio all’uso di rotoli di carta 100% riciclata piegata a forma di chiocciola. 


Sul fronte dell’imballaggio dei prodotti, dunque, siamo passati dal poliuretano espanso, materiale inquinante e monouso, alla carta.

Quali sono i punti di forza di questa nuova soluzione di imballaggio?
Stefano Pizzetti
Abbiamo condotto dei test e abbiamo rilevato che la carta riciclata ci permette di ottenere ottime performance: è un grosso recuperatore di energia cinetica. Pertanto, l’imballo può anche ricevere più di un urto perché la carta recupera nel tempo il suo volume permettendo di attutire altri impatti successivi. Rispetto al nostro packaging standard, la carta riciclata offre una resistenza quattro volte superiore e questo si traduce in un minor numero di reclami da parte dei clienti.

Quale potrebbe essere lo step successivo?
Stefano Pizzetti
La carta potrebbe essere addirittura recuperata dalle nostre attività quotidiane e all’interno del nostro processo produttivo. Una sorta di economia circolare che potrebbe funzionare molto bene. Attualmente stiamo rodando il primo step: i dipendenti stanno apprezzando il nuovo approccio eco-friendly di questa soluzione di imballaggio. Oltretutto, abbiamo eliminato dalla nostra area sostanze pericolose, sia per l’ambiente che per le persone. Vorrei aggiungere che oggi esiste anche la possibilità di usare la carta a bancali, che permette di lavorare in continuo senza doversi fermare per cambiare il rotolo di carta. In definitiva, in un anno siamo riusciti a passare dal chimico al cartaceo per i nostri imballaggi, a inquinare meno in termini di CO2, circa 26.000 kg/anno di CO2 non emessa a partire dal 2021, oltre che a risparmiare parecchio.


Le attività della nostra azienda sono, da sempre, molto incentrare sul territorio.

Quali sono le altre attività connesse alla sostenibilità che avete condotto nella fabbrica di Tremezzina?
Stefano Pizzetti
Le attività della nostra azienda sono, da sempre, molto incentrare sul territorio. Di recente abbiamo proseguito il nostro programma con gli studenti degli istituti tecnici superiori. Abbiamo accolto otto ragazzi per uno stage, da gennaio e luglio: hanno svolto piccoli progetti che avevano l’obiettivo di migliorare l’automazione di processo. Inoltre, stiamo lavorando per riuscire a portare delle scolaresche delle scuole medie a visitare la nostra fabbrica per mostrare cosa significa lavorare in una struttura di alto livello come la nostra. Una realtà che può essere un esempio per molti ragazzi, ma anche fare da traino e da stimolo affinché possano desiderare di avere, un giorno, un ruolo attivo all’interno dell’industria italiana.

Mariafrancesca Madrigrano
Produttività ed efficienza sono certamente i punti chiave del nostro business ma non esistono solo queste dinamiche e molte persone non ne sono a conoscenza. Qui a Ossuccio viviamo di innovazione e stiamo lavorando a interessanti progetti di digitalizzazione legati a Industria 4.0. La nostra azienda esporta il 90% della produzione e forniamo il componente di misura ad altre 4 fabbriche nel mondo (Cina, India e due negli USA): questo significa che siamo una realtà locale ma centrale rispetto a un network di siti produttivi, nei quali la nostra azienda gioca un ruolo fondamentale. Siamo locali ma globali: anche questo rappresenta un punto di forza della nostra realtà.


Siamo come una piccolissima Silicon Valley collocata sulle sponde del Lago di Como…

Stefano Pizzetti
Vorrei aggiungere che lavoriamo in sinergia con altri stabilimenti, in Italia e all’estero, con i quali condividiamo diverse best practice, dai sistemi operativi per il MES alla robotizzazione dei magazzini. Da un punto di vista strategico-tecnologico, ABB è pensata come un’azienda di ingegneria, elemento che si riflette in pieno nelle tecnologie all’avanguardia installate nei nostri processi. Siamo come una piccolissima Silicon Valley collocata sulle sponde del Lago di Como…

A cura di Simona Recanatini >>

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