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Una vittoria ricca di significati

RoboCup è una sfida ideata dal team Education di ABB Robotics per coinvolgere i ragazzi delle scuole superiori e appassionarli ai temi della fabbrica intelligente. Un’iniziativa di successo, come ci raccontano due insegnanti dell’IIS Zaccagna Galilei di Carrara, che la sua squadra di agguerriti allievi ha vinto l’edizione 2023. Ma anche una strategia per spingere i ragazzi verso una formazione tecnica richiestissima dalle nostre imprese manifatturiere.

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Lo chiamano “mismatch”, con uno dei frequenti inglesismi utilizzati per descrivere concetti economici. Definisce il divario tra domanda e offerta di lavoro, che sempre di più sta diventando un problema per le imprese produttive. Se si parla di operai specializzati, per esempio, in Italia si raggiunge il 60,3% di criticità: vale a dire che per ogni dieci figure di questo tipo cercate dalle nostre aziende sei non si riescono a trovare. A segnalarlo è il “Bollettino annuale 2023 del Sistema Informativo Excelsior”, realizzato ogni anno da Unioncamere e Anpal. Dati che il presidente di Unioncamere, Andrea Prete, ha commentato così: “Sono diversi i fattori che stanno determinando l’alto tasso di mismatch registrato anche quest’anno. Di sicuro una leva sulla quale agire subito è l’orientamento dei giovani. Ci sono percorsi formativi che assicurano tassi di occupazione altissimi. Sono scelte ponderate, che assicurano grandi opportunità”.


Ci sono percorsi formativi che assicurano tassi di occupazione altissimi. Sono scelte ponderate, che assicurano grandi opportunità

Questione di orientamento
Nello specifico Prete si riferiva agli ITS, scuole post-diploma che forniscono una formazione tecnica molto richiesta dalle aziende. Lo stesso discorso vale comunque per gli istituti tecnici, che hanno una grandissima tradizione in Italia, ma che troppo spesso sono considerati una seconda scelta da ragazzi e famiglie, in linea con un vecchio pregiudizio che nel nostro Paese ha sempre posto l’educazione tecnica in secondo piano rispetto a quella umanistica.
Come si fa dunque a orientare i nostri giovani verso questo tipo di studi? Ne abbiamo parlato con due docenti dell’Istituto di Istruzione Superiore Zaccagna Galilei di Carrara, impegnati in prima persona negli insegnamenti per l’indirizzo di Automazione e Robotica, impartiti nella sede Galilei di Avenza. Si tratta di Sara Fusani e Roberto Biasci, che oltre ai tanti anni di professione possono raccontare un’esperienza particolare e molto istruttiva. I due hanno infatti contribuito a preparare la squadra del loro istituto che ha vinto la RoboCup, competizione per le scuole italiane ideata dal team Education di ABB Robotics. Non solo. Sono stati testimoni diretti del trionfo dei loro allievi, perché li hanno accompagnati alla finale tenutasi a maggio 2023 nel Technology Center ABB di Vittuone, vicino a Milano.

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Una storia significativa
La storia di come i ragazzi dello Zaccagna Galilei hanno conseguito questo ambito riconoscimento è emblematica dell’impegno, delle soddisfazioni e delle difficoltà che insegnanti e allievi dei nostri istituti tecnici incontrano nelle loro attività. E indica anche quanto sia importante il supporto fornito da grandi aziende, come ABB, nel facilitare e supportare l’introduzione nelle nostre scuole di materie quali automazione e robotica.
Ma andiamo con ordine. RoboCup è un’iniziativa ideata e portata in giro per l’Italia da ABB Robotics con l’intento di favorire la formazione tecnica, sia fornendo alle scuole gli strumenti necessari per realizzarla sia stimolando una sana competizione in grado di coinvolgere appieno i ragazzi. L’idea è nata nel 2019, su iniziativa del team Education di ABB Robotics, ed è cresciuta nel tempo. L’edizione del 2024 è in pieno svolgimento, con un seguito ancora maggiore rispetto alla RoboCup 2023, che aveva già fatto registrare numeri importanti. Aveva coinvolto 700 studenti di 44 scuole, dopo un tour dimostrativo di 6.500 km con cui il team di ABB aveva incontrato dal vivo gli studenti, “per appassionarli alla robotica e colmare il gap di competenze in materia di automazione”. A sottolinearlo è Maurizio Lepori, responsabile Education ABB Robotics Italia, che aggiunge: “L’obiettivo di RoboCup è creare un ponte tra le scuole e il mondo del lavoro, promuovendo e sviluppando le competenze multidisciplinari necessarie per lavorare con i robot e prosperare in una nuova era di automazione”.

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Sudata vittoria
Il team dell’IIS Zaccagna Galilei che ha vinto la RoboCup 2023 era composto da due ragazzi, Simone Billi e Gabriele Da Prato, presenti fisicamente alla finale di Vittuone e supportati a distanza da altri nove compagni. La compagine raccoglieva allievi delle classi terze, quarte e quinte dell’istituto, coordinati da un pool di valenti professori, tra cui appunto Sara Fusani e Roberto Biasci, che ci hanno raccontato il percorso con cui hanno contribuito a portare gli insegnamenti di robotica nella loro scuola. “Abbiamo iniziato i corsi quattro anni fa”, spiegano i due, “inizialmente facendo di necessità virtù, perché non disponevamo di robot in istituto. Abbiamo cominciato quindi inventandoci soluzioni basate su schede Arduino, e abbiamo subito riscontrato come i ragazzi apprezzassero la materia. Abbiamo poi iniziato a usare, sempre in modo virtuale, RobotStudio, il software di programmazione robotica messoci a disposizione da ABB. È stato così possibile costruire lezioni sempre più strutturate. In ogni caso, la vittoria della RoboCup è stata per noi un’autentica sorpresa, perché le altre scuole che abbiamo sfidato in molti casi sono molto più strutturate di noi e utilizzano robot nell’insegnamento da tanti anni”.

Il rapporto con le imprese
Una forma di aiuto è arrivata dall’accordo definito con un’impresa del territorio, Pieracci Meccanica, con cui l’istituto di Carrara ha impostato un programma di formazione in azienda per ragazzi, che così hanno avuto l’opportunità di vedere da vicino reali applicazioni robotiche. “I nostri diplomati”, spiegano Fusani e Biasci, “sono richiestissimi dalle aziende tecnologiche dell’area, che se li contendono. Appena conseguono il diploma i nostri ragazzi trovano automaticamente anche il lavoro. Ce ne sono alcuni che ricevono impegni di assunzione ancora prima di terminare gli studi”.
Ma in questo scambio le aziende del territorio i cui opera l’IIS Zaccagna Galilei paiono più disposte a prendere che a dare. “Le ditte locali”, ci dicono Fusani e Biasci, “fanno a gara per accaparrarsi perfino i diplomandi del nostro istituto, ma al di là di qualche accordo per l’alternanza scuola-lavoro non sono molto inclini a sostenerci in modo più concreto, per esempio aiutandoci ad attrezzare i nostri laboratori. Anche donazioni di macchine o strumenti dismessi potrebbero essere utili, ma non arrivano. Il confronto con gli insegnanti di altre scuole ci suggerisce che non dappertutto le cose stanno così. Sappiamo per esempio che nel Nord Italia molti istituti tecnici trovano maggior supporto da parte delle aziende. Noi invece abbiamo potuto contare soltanto sull’aiuto di grandi gruppi, come ABB, ma anche come Omron e Siemens (i cui Campionati di Automazione nel 2023 sono stati vinti da un altro team del Zaccagna Galilei, nella categoria Junior). Gruppi che forniscono alle scuole tecniche un supporto tecnologico perché hanno capito che favorire la formazione di nuove generazioni di tecnici preparati innesca un circolo virtuoso proteso verso il futuro. I ragazzi che studiano sui loro sistemi o con i loro software saranno già pronti a usarli un domani anche nelle aziende in cui lavoreranno”.
Ora però la speranza è che i riconoscimenti conseguiti, come la vittoria della RoboCup 2023, diano maggiore visibilità all’istituto anche sul proprio territorio e aiutino a trovare maggiore supporto.

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Formare anche i docenti
Anche perché non servono solo strumenti. “ABB, per esempio”, spiegano Fusani e Biasci, “oltre alle licenze di RobotStudio che ci ha messo a disposizione, ha anche fornito formazione gratuita ai docenti insegnanti per prepararli all’insegnamento”.
L’aspetto della preparazione dei professori è centrale per introdurre discipline come robotica e automazione nei programmi di studio. Parliamo di tecnologie in continua evoluzione che richiedono un continuo aggiornamento professionale, per il momento però totalmente affidato alla buona volontà degli insegnanti. “Tutto”, ci spiegano i due professori, “dipende dall’iniziativa dei singoli, dalla loro disponibilità a impegnare tempo e risorse personali in modo del tutto gratuito”. Una situazione che può perfino portare a forme di resistenza o di ostruzionismo, che possono finire per scoraggiare, più che incentivare, gli insegnanti animati dalla volontà di formare gli studenti alle tecnologie più richieste sul mercato del lavoro. “Per fortuna non è il caso del nostro istituto”, commentano i due professori di Carrara. “Qui abbiamo sempre avuto a che fare con dirigenti scolastici molto aperti”.


L’aspetto della preparazione dei professori è centrale per introdurre discipline come robotica e automazione nei programmi di studio.

Il frutto del lavoro
Oltre alle difficoltà ci sono, però, anche tante soddisfazioni. “È stato emozionante per noi”, ci hanno confidato i due bravi insegnanti, “vedere come i nostri allievi abbiano saputo applicare nel concreto le conoscenze apprese durante le lezioni, ma soprattutto siano stati capaci di andare anche oltre a quello che avevano appreso in classe. Tutto il gruppo che ha lavorato alla preparazione dell’evento ha dimostrato grande applicazione e spirito di squadra. Insomma, si è respirata una bella atmosfera, attestata anche dall’interesse di ragazzi di altre classi non coinvolte dal progetto, che volevano seguirne gli sviluppi o la preparazione”. Una partecipazione che nasce anche dalla capacità di attrazione dei robot, macchine evocative, che colpiscono la fantasia e dimostrano un’importante valenza didattica.
“Uno dei vantaggi nell’insegnare robotica”, dicono Fusani e Biasci, “risiede nella possibilità di impegnare i ragazzi su attività concrete, capaci di coinvolgerli. Al punto che abbiamo spesso riscontrato la loro disponibilità a impegnarsi più di quanto sarebbero tenuti a fare, e di andare oltre a quanto sarebbe richiesto dal normale livello curricolare. Questo succede anche perché nei gruppi di studio in robotica abitualmente emerge un certo numero di ragazzi, anche solo 4 o 5, che fanno da ‘lievito’ e trascinano dietro di sé gli altri. Una delle cose più gratificanti è vedere come a volte i nostri allievi riescano ad andare anche oltre le competenze di noi insegnanti, trovando soluzioni in modo autonomo. Succede per esempio nell’uso dei software, in cui i ragazzi mostrano grandi capacità, al punto che in alcune situazioni siamo stati noi a imparare qualcosa da loro”.

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L'importanza di una scelta
Eppure, nonostante tutti questi valori, che di rado si riscontrano in altre scuole superiori, ancora molti ragazzi scelgono l’istituto tecnico con poca convinzione, spinti dall’idea di trovare una scuola poco impegnativa, dove si studia di meno che altrove. Cosa che ovviamente non corrisponde affatto alla realtà. “Se circa il 50% dei nostri diplomati prosegue gli studi a livello universitario o di ITS”, dicono ancora i due insegnanti di Carrara, “l’altro 50% è composto da ragazzi con un rapporto conflittuale con lo studio. Spesso negli anni successivi al primo arrivano da noi allievi provenienti da altre scuole, nella maggior parte dei casi licei, che poi si sono accorti di avere sbagliato la loro scelta di partenza. E questo è un peccato, perché con un po’ più di consapevolezza nel momento in cui si decide quali studi superiori intraprendere, probabilmente molti più ragazzi sceglierebbero il nostro percorso di insegnamento. Che non esclude affatto un percorso successivo a livello universitario, ma che fornisce anche una preparazione molto concreta e molto ricercata dalle aziende”.
Oggi le aziende produttive fanno a gara per accaparrarsi i diplomati di istituti come lo Zaccagna Galilei, che non bastano comunque soddisfare la richiesta di figure tecniche. “Ci vorrebbe una maggiore conoscenza del valore degli istituti tecnici da parte delle famiglie”, concludono Fusani e Biasci, “perché sono le scelte fatte al momento della terza media a indirizzare il futuro dei ragazzi, e non necessariamente i licei sono l’opzione migliore. Se ben fatto, anche un percorso tecnico è altamente formativo e apre grandi opportunità per il futuro”.

Di Riccardo Oldani >>

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