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Una storia di innovazione
L’affascinante mondo dei brevetti, il “motore” del progresso
Silvia Volponi
Global Patent Officer della Business Area Electrification di ABB
Forse non tutti sanno, per esempio, che la prima legge sui brevetti è stata promulgata proprio in Italia, precisamente a Venezia, il 19 marzo 1474, e recitava così: «L'andarà parte che per auctorità de questo Conseio, chadaun che farà in questa Cità algun nuovo et ingegnoso artificio, non facto per avanti nel dominio nostro, reducto chel sarà a perfection, siche el se possi usar, et exercitar, sia tegnudo darlo in nota al officio di nostri provveditori de Comun. Siando prohibito a chadaun altro in alguna terra e luogo nostro, far algun altro artificio, ad immagine et similitudine di quello, senza consentimento et licentia del auctor, fino ad anni X.»
In pratica, già allora fu stabilito che chi ha portato a termine un’invenzione ingegnosa, nuova e originale, “che dà lustro alla città”, ha diritto a un’esclusiva nell’utilizzazione e nello sfruttamento di quella novità per un certo periodo di tempo: all’epoca era di 10 anni, attualmente è di 20, scaduti i quali l’invenzione diventa pubblica e liberamente utilizzabile da tutti.
Si intuì molto presto, dunque, che le invenzioni andavano tutelate poiché rappresentavano un elemento decisivo per lo sviluppo economico di un Paese. Per conoscere più da vicino l’affascinante mondo dei brevetti abbiamo rivolto alcune domande a Silvia Volponi, Global Patent Officer della Business Area Electrification di ABB.
Entriamo subito nel cuore della cultura brevettuale: ci può spiegare il suo ruolo di Global Patent Officer in ABB?
Il lavoro del Patent Officer è quello di avere la leadership di tutte le attività strategiche relative alla proprietà intellettuale: lavoriamo sui brevetti, sul know-how tecnologico, sui segreti industriali, sul design.
Attualmente sono Global Patent Officer della Business Area Electrification, una delle quattro in cui è divisa ABB (Electrification, Process Automation, Motion, Robotics & Discrete Automation), un’area che ha al suo interno diverse divisioni. Ricopro quindi un ruolo di coordinamento dell’area ma sono anche Global Patent Officer di alcune delle specifiche divisioni. In sostanza, ho l’opportunità di gestire il coordinamento relativo ai processi ma anche l’aspetto più decisionale e strategico delle varie divisioni.
Su cosa si basa la strategia della proprietà intellettuale?
Si fonda su quattro aspetti principali. Il primo, il più importante, è la valutazione dei rischi: dobbiamo andare sul mercato con prodotti innovativi e di successo e per essere sicuri di poterlo fare dobbiamo stare attenti ai brevetti delle altre aziende. Il secondo aspetto è lo sviluppo continuo del portafoglio dei nuovi brevetti, dei nuovi design, dei nuovi segreti industriali: dobbiamo focalizzarci su quello che, di innovativo, stiamo producendo. Una volta che abbiamo un nostro portafoglio brevetti, dobbiamo assicurarci che vengano rispettati da terze parti: il terzo aspetto è proprio la protezione del nostro market share da eventuali contraffattori. Non dimentichiamoci, infatti, che molti prodotti ABB hanno a che fare con la sicurezza e sono dei “salva-vita” e vogliamo proteggere i clienti da eventuali imitazioni e contraffazioni. Il quarto aspetto è la valorizzazione continua: lavoriamo costantemente con le nuove tecnologie e con nuovi brevetti per avere un portafoglio brevetti sempre aggiornato, da utilizzare o dare in licenza.
Chi sono i suoi interlocutori all’interno dell’azienda?
Noi Patent Officers e gli Intellectual Property Coordinators, che fanno parte del nostro team, lavoriamo praticamente con tutti i comparti aziendali, da chi si occupa della gestione del business, della tecnologia, del product management, fino ai centri di ricerca, ma anche con le fabbriche e l’ufficio acquisti. Siamo supportati, ovviamente, dall’Ufficio Legale che ha un team dedicato che si occupa di proprietà intellettuale, compresa la stesura dei brevetti. E, ovviamente, il nostro interlocutore principale sono gli inventori.
Ci può raccontare qualcosa sugli inventori?
Devo sfatare un mito: si pensa sempre all’inventore come a uno “scienziato pazzo” con i capelli alla Einstein. In realtà, i nostri inventori sono normalissimi scienziati e tecnici, molto creativi, che lavorano in gruppo e in maniera strutturata, cercando di pensare al di là dei limiti attuali per inserire l’innovazione nei processi di Ricerca&Sviluppo. Dislocati all’interno dei vari reparti, gli inventori si occupano di innovazione spinta e riescono davvero a vedere il futuro. I brevetti provengono generalmente da una precisa strategia top-down, che prevede investimenti massicci nelle aree classificate come più promettenti, ma c’è anche un fiorire di idee molto interessanti a livello bottom-up, che nascono da persone che, semplicemente, ci svelano le proprie intuizioni. Il tool dove raccogliamo tutte le idee in vista della brevettazione è aperto a tutti i dipendenti ABB: chiunque può accedervi e inserire la propria invenzione.
Quali sono i trend che stanno contagiando il mondo dei brevetti? In un mondo che si sta spostando dalle fonti fossili a uno scenario di elettrificazione, negli ultimi anni i brevetti hanno toccato, per esempio, il tema della sostenibilità?
Ogni anno, il 26 aprile, si celebra la giornata mondiale della proprietà intellettuale: il tema di quest’anno è stato proprio la sostenibilità. Ci siamo dunque fermati a riflettere su come il nostro lavoro brevettuale può contribuire a sostenere questo importante trend nei suoi diversi aspetti, tenendo presente che all’interno di ABB ci sono dei temi che più di altri impattano il nostro quotidiano (le energie pulite, l’attenzione alle persone, l’innovazione industriale e delle infrastrutture, le azioni sul clima…) e che ovviamente seguiamo con attenzione. Posso affermare che i mega trend in atto in ambito brevettuale, oggi, sono senza dubbio la transizione energetica, quella digitale e la transizione ecologica, e questo per noi significa fare delle considerazioni sulla rete elettrica del futuro.
Che caratteristiche potrebbe avere la rete elettrica del futuro, a giudicare dai brevetti?
In Europa la rete elettrica è in gran maggioranza in corrente alternata ma con l’introduzione delle rinnovabili, la sempre maggiore diffusione delle microreti, la necessità di avere un energy storage sempre più spinto, stiamo assistendo a una vera e propria trasformazione della rete di distribuzione dell’energia. Leggendo i nuovi brevetti, in tutti gli ambiti (navale, rete elettrica degli edifici commerciali e residenziali, data centers, mobilità elettrica…), compare sempre più spesso l’espressione “corrente continua”, che è diventata a tutti gli effetti una tendenza importante. Sempre nell’ambito della rete elettrica si parla molto di efficienza energetica e di riduzione delle emissioni: molti brevetti riguardano soluzioni che portano come vantaggio proprio un migliore sfruttamento dell’energia e una diminuzione delle emissioni.
Assistiamo a un gran numero di brevetti anche sul fronte dei materiali, sempre più eco-sostenibili anche nelle performance (materiali che invecchiamo meno e che diventano dunque utilizzabili per un tempo maggiore). Un buon numero di brevetti riguarda anche i processi di trasformazione dei materiali stessi. Oggi si considera non solo il ciclo di vita ma anche il fine vita e si parla sempre più di Design for Recycling e Design for Disassembly (DFD) per agevolare la separazione dei materiali una volta che il prodotto non viene più utilizzato.
Ci sono dunque molteplici aspetti da seguire e da valutare…
In ABB abbiamo un’attenzione piuttosto spinta a quello che succede nel mondo brevettuale, e cerchiamo di capire in anticipo in che direzione sta andando la brevettazione, non solamente la nostra o quella dei concorrenti ma anche cosa stanno producendo le università o i nostri partner. Nella proprietà intellettuale non seguiamo solo la tendenza principale ma cerchiamo anche di capire quale sarà il trend del futuro, seguendo la “ramificazione” che appare più interessante e ricca di opportunità. Facciamo numerosi tentativi perché non sappiamo se tra qualche anno la strada intrapresa avrà successo o sarà stata sostituita da idee nuove e più interessanti. Bisogna avere una mente aperta e spaziare a 360 gradi, per essere sempre pronti a diverse soluzioni.
A proposito di tentativi: qual è stato il prodotto più curioso che si è ritrovata a dover brevettare?
Lavoro in ABB da 30 anni e sono 30 anni che non smetto di stupirmi! Durante i miei primi dieci anni in azienda, oltretutto, lavoravo proprio nel comparto R&D e i brevetti li facevo io come inventore, poi sono passata alla parte gestionale strategica. In azienda facciamo moltissimi workshop di generazione di idee per stimolare la creatività. Alcuni anni fa uno dei nostri ingegneri ha proposto di inserire nei quadri elettrici un sistema di sicurezza che consiste in una capsula esplosiva che mette a terra il quadro in caso di guasto. Ha pensato all’esplosivo perché in caso di problemi serve qualcosa di rapidissimo e cosa c’è di più rapido di un’esplosione? La prima reazione è stata di enorme sorpresa: inserire un esplosivo nel quadro per renderlo più sicuro sembrava davvero una follia! Oggi questo progetto è diventato un nostro prodotto, UFES (Ultra-Fast Earthing Switch). Pensiamoci: nelle nostre auto è presente un dispositivo esplosivo anche negli airbag ovvero la “scintilla” che innesca il sistema di sicurezza…Logico, no?
Una curiosità storica: l’invenzione per cui ABB è più nota è lo schermo a cristalli liquidi LCD-STN (Liquid Crystal Display - Super Twisted Nematic) negli anni ‘70-’80. La particolarità è che i precedenti schermi LCD erano visibili solo da chi si posizionava perfettamente “di fronte”, mentre gli LCD-STN inventati da ABB, avendo un orientamento particolare dei cristalli sono visibili anche da una vista “angolata”. Il brevetto è stato dato immediatamente in licenza a moltissime aziende ed è stato veramente uno spartiacque, che ha innescato moltissime applicazioni: pensiamo ai primi orologi digitali, ai display delle calcolatrici, ai primi videogiochi portatili…
“Lo sviluppo progressivo dell’uomo è vitalmente dipendente dall’invenzione” sosteneva Nikola Tesla, il genio dell’elettricità. È davvero così?
Certo. Bisogna sottolineare che il brevetto diventa visibile a tutti appena dopo la sua pubblicazione, che avviene circa 18 mesi dopo la registrazione, ispirando così altri inventori. Il brevetto, tramite un diritto di esclusiva, incentiva di fatto il miglioramento della nostra società e il progresso.
Attenzione però, molti pensano: l’ho brevettato, lo posso realizzare. Non è così: il brevetto è appunto un diritto di esclusiva, non un diritto ad attuare. Per sapere se è possibile andare sul mercato con un proprio prodotto bisogna valutare la proprietà intellettuale degli altri per essere sicuri di non essere bloccati da eventuali brevetti di terze parti. Per avere un brevetto devo avere un’idea nuova e originale: per esempio, se in un mondo di semplici matite inventassi una matita con un gommino sulla parte terminale, nuova e originale, potrei ottenere un brevetto e quindi nessuno potrebbe fare una matita di questo tipo senza la mia autorizzazione. Ma se volessi immetterla sul mercato e scoprissi che qualcun altro detiene il brevetto per la matita, dovrei chiedergli obbligatoriamente una licenza. Il punto è che sto immettendo sul mercato una matita, anche se dotata di gommino… In sostanza: se innovo e brevetto devo comunque e sempre anche valutare di non essere in violazione dei diritti di altri.
Vi capita di fare delle riflessioni sull’opportunità o meno di brevettare qualcosa?
Assolutamente sì. Un brevetto comporta un investimento consistente, quindi si tende a selezionare le idee migliori per la brevettazione. Inoltre, ci chiediamo sempre se una idea strategica è più adatta a diventare un brevetto o un segreto industriale.
Prima parlavamo di tendenze: un altro trend interessante nel mondo dei brevetti è quello dell’intelligenza artificiale. Ecco, soprattutto in questo ambito, si può decidere di non brevettare per non divulgare un know-how che si reputa strategico e al contempo difficile da scoprire, dal momento che con il brevetto diventerebbe pubblico e tutti saprebbero “come si fa”. E in questi contesti, oltretutto, sarebbe complicato andare a verificare il rispetto del brevetto. I brevetti sull’intelligenza artificiale stanno crescendo ma meno rispetto a quanto ci si aspetterebbe e questo significa che molte aziende preferiscono mantenere alcune informazioni strategiche al loro interno. Un ragionamento che facciamo anche noi in ABB.
A volte succede anche che decidiamo di brevettare e poi di abbandonare il brevetto o di dichiararci disponibili alla licenza (anche gratuita): l’obiettivo è creare della prior art per evitare che altri brevettino in un ambito tecnologico in cui vogliamo che resti in atto una competizione aperta, soprattutto nel campo dei sistemi, per lasciare ai clienti libertà di scelta tra differenti opzioni.
Lei è laureata in fisica: quanto la sua formazione nelle materie STEM l’ha aiutata nel suo percorso professionale?
A mio avviso la formazione STEM, oltre ad aprire molte porte sul mondo del lavoro, è importantissima anche dal punto di vista del mindset. Ho sempre amato la fisica e ho deciso di studiarla per seguire una mia passione. Mi capita spesso di parlare ai giovani e una cosa che raccomando loro è quella di seguire le proprie passioni perché sono quelle che ci consentono di impegnarci senza quasi sentire la fatica e ci regalano infinite soddisfazioni. Agli indecisi, invece, suggerisco di prendere in considerazione la matematica e le materie STEM, che non sono semplici, certamente, però ti formano la mente verso un metodo rigoroso, abituandoti a prendere decisioni su dati e non su supposizioni, e nello stesso tempo stimolano la creatività e l’intuito. Nella mente, infatti, quando c’è un teorema si anticipa la soluzione e si visualizza la strada per arrivarci, piano piano si sviluppa una sorta di “fantasia logica” che fa vedere soluzioni in anticipo e poi si pianificano gli step per arrivarci. E questa è proprio la modalità con la quale lavora la mente logico-creativa dell’inventore.
E a livello di demografia come si compone il mondo degli inventori?
Nel corso degli anni la presenza degli inventori all’interno dei vari gruppi di lavoro è cambiata di pari passo con la demografia nell’ambito della R&D, che fa da traino nella brevettazione. Sicuramente oggi contiamo una maggiore presenza di donne a livello di fisici, ingegneri, matematici, scienziati della materia o scienziati ambientali: una buona varietà di figure professionali. Quando ho iniziato il mio percorso in ABB, nel Centro di Ricerca, noi donne eravamo meno del 10%...
Una curiosità finale: quanti brevetti sono stati registrati da ABB nel 2023?
E dalla sua fondazione?
La business area Electrification di ABB, nel 2023, ha registrato 309 nuove invenzioni ed è una tendenza abbastanza stabile. ABB, con tutte le divisioni, ha depositato più di 500 brevetti. Se vogliamo ripercorrere la storia di ABB, alla luce delle varie acquisizioni e anche della non completa digitalizzazione di tutti i vecchi brevetti non è facile risalire al numero esatto di brevetti registrati da ABB dalla sua fondazione a oggi, ma possiamo parlare di almeno 30.000 invenzioni brevettate presenti nei database internazionali. Ed è sicuramente un numero per difetto. Possiamo dunque affermare con convinzione che ABB ha contribuito non poco allo sviluppo dell’innovazione, grazie alla creatività dei suoi ricercatori e al prezioso lavoro di tutti i colleghi che lavorano nella gestione e valorizzazione della proprietà intellettuale.